Erodiano: Commodo, il principe gladiatore
Ἐπεὶ δὲ καὶ γυμνὸς ἐς τὸ ἀμφιθέατρον εἰσῆλθεν ὅπλα τε ἀναλαβὼν ἐμονομάχει, τότε σκυθρωπὸν εἶδεν ὁ δῆμος θέαμα, τὸν εὐγενῆ Ῥωμαίων βασιλέα μετὰ τοσαῦτα τρόπαια πατρός τε καὶ προγόνων οὐκ ἐπὶ βαρβάρους ὅπλα λαμβάνοντα στρατιωτικὰ ἢ Ῥωμαίων ἀρχῇ πρέποντα, καθυβρίζοντα δὲ τὸ ἀξίωμα αἰσχίστῳ καὶ μεμιασμένῳ σχήματι. Ὃ μὲν οὖν μονομαχῶν ῥᾳδίως τῶν ἀνταγωνιστῶν περιεγίνετο καὶ μέχρι τραυμάτων προεχώρει ὑπεικόντων ἁπάντων καὶ τὸν βασιλέα οὐ τὸν μονομάχον ἐννοούντων, ἐς τοσοῦτον δὲ προεχώρησε μανίας, ὡς μηκέτι βούλεσθαι μηδὲ τὴν βασίλειον οἰκεῖν ἑστίαν· ἀλλὰ γὰρ μετοικισθῆναι ἐβούλετο ἐς τὸ τῶν μονομάχων καταγώγιον. Ἑαυτὸν δὲ οὐκέτι Ἡρακλέα, ἀλλὰ τῶν μονομαχούντων ἐνδόξου τινὸς προτετελευτηκότος ὀνόματι καλεῖσθαι προσέταξε.
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Traduzione
Allorchè egli giunse nell'anfiteatro, e, privo di indumenti, imbracciate che ebbe le armi, combattè come gladiatore, in quel momento il popolo scorse un triste spettacolo, ovverosia un nobile principe dei Romani che, dopo tanti e tali successi vuoi del padre vuoi dei propri antenati, non imbracciava, come combattente, le armi contro i barbari, o che si distingueva tra i Romani per abilità di comando, ma che insozzava il proprio alto rango con un contegno eccezionalmente turpe e disonorevole. Egli, dunque, aveva facilmente il sopravvento sui gladiatori avversari, e procedeva fino alle ferite, giacchè tutti quanti si ritiravano, non ritenendo il principe un gladiatore; egli giunse, in seguito, ad un tale livello di follia da non voler neppure più dimorare nella magione imperiale; desiderava difatti, al contrario, trasferirsi nella palestra dei gladiatori. Comandò inoltre che egli stesso fosse chiamato non più Eracle, bensì con il nome di qualcuno, defunto, illustre tra i gladiatori.