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Cicerone: Probare, delectare, flectere, da 'Lingua nostra'



Versione di Cicerone: Probare, delectare, flectere, da 'Lingua nostra', di Giuseppe Grasso.



Erit igitur eloquens is qui in foro causisque civilibus ita dicet, ut probet, ut delectet, ut flectat.Probare necessitatis est, delectare suavitatis, flectere victoriae: nam id unum ex omnibus ad obtinendas causas potest plurimum. Sed quot officia oratoris, tot sunt genera dicendi: subtile in probando, modicum in delectando, vehemens in flectendo; in quo uno vis omnis oratoris est. Magni igitur iudici, summae etiam facultatis esse debebit moderator ille et quasi temperator huius tripertitae varietatis; nam et iudicabit quid cuique opus sit et poterit quocumque modo postulabit causa dicere. Sed est eloquentiae sicut reliquarum rerum fundamentum sapientia. Ut enim in vita sic in oratione nihil est difficilius quam quid deceat videre. Prepon appellant hoc Graeci, nos dicamus sane decorum; de quo praeclare et multa praecipiuntur et res est cognitione dignissima; huius ignoratione non modo in vita sed saepissime et in poematis et in oratione peccatur.
 
                                                               

                                                                     TRADUZIONE
 


Sarà eloquente colui che, nel foro e nelle cause civili, parlerà così da argomentare, intrattenere, persuadere. Argomentare è funzionale alla necessità logica, intrattenere all'amabilità, persuadere al trionfo: difatti, questa sola, tra tutte le tecniche, può moltissimo, per vincere le cause. Tuttavia, quanti sono i compiti dell'oratore, tanti sono gli stili della retorica: chiaro nella fase probatoria, non eccessivo nell'intrattenere, appassionato nel persuadere; in questo soltanto risiede l'intera forza d'un oratore. Così, di un imponente giudizio colui dovrà essere moderatore di somma eloquenza, e capace armonizzatore di tre stili distinti; difatti, egli giudicherà che cosa sia necessario, e potrà parlare in qualunque modo richiederà la causa. Ma dell'eloquenza, così come delle rimanenti dottrine, il fondamento è la saggezza. Al pari che nella vita, così in un'orazione nulla è più difficoltoso che vedere ciò che è più conveniente. 'Prepon' lo appellavano i Greci, noi accontentiamoci pure di chiamarlo 'decorum'; ed in merito a ciò si insegnano certamente numerose nozioni, e la dottrina è degnissima di esser conosciuta; è a causa dell'ignoranza di questa che, non soltanto nella vita, ma molto sovente anche nei poemi e in un'orazione, si erra.
 






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