Versione greco tradotta di Esopo
Ὁδοιπόροι θέρους ὥρᾳ περὶ μεσημβρίαν ὑπὸ καύματος τρυχόμενοι, ὡς ἐθεάσαντο πλάτανον, ὑπὸ ταύτην καταντήσαντες ἐν τῇ σκιᾷ ἀνεπαύοντο. Ἀναβλέψαντες δὲ εἰς τὴν πλάτανον ἔλεγον πρὸς ἀλλήλους· '᾿Ως ἀνωφελὲς τι ἄκαρπον τοῦτο τοῖς ἀνθρώποις τὸ δένδρον'. Ἡ δὲ ὑπολαμβάνουσα ἔφη· 'Ὦ ἀχάριστοι, ἔτι τῆς ἐξ ἐμοῦ εὐεργεσίας ἀπολαύοντες ἀχρείαν με καὶ ἄκαρπον ἀποκαλεῖτε;'. Οὕτω καὶ τῶν ἀνθρώπων ἔνιοι ὅυτως ἀτυχεῖς εἰσι, ὡς καὶ εὐεργετοῦντες τοὺς πέλας ἐπὶ τῇ χρηστότητι ἀπιστεῖσθαι.
Traduzione
Giacchè dei viandanti, nella stagione dell'estate, intorno a mezzogiorno, erano sfiniti dall'afa, non appena videro un platano, giunti sotto di questo, si riposavano all'ombra. Alzato lo sguardo verso il platano, si dissero l'un l'altro: 'O, quanto è inutile per gli uomini quest'albero privo di frutti!'. E quello, prendendo la parola, replicò: 'O ingrati, pur approfittando anche ora del mio utile servigio, mi chiamate con disprezzo inutile e privo di frutti?'. Così anche taluni tra gli uomini sono a tal punto infelici che non si fidano del prossimo nemmeno beneficiandone.