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Audires ululatus feminarum, infantum quiritatus, clamores virorum: alii parentes, alii liberos, alii coniuges vocibus requirebant, vocibus noscitabant; hi suum casum, illi suorum miserabantur; erant, qui metu mortis mortem precarentur; multi ad deos manus tollere, plures nusquam iam deos ullos aeternamque illam et novissimam noctem mundo interpretabantur. Nec defuerunt, qui fictis mentitisque terroribus vera pericula augerent. Aderant, qui Miseni illud ruisse, illud ardere falso, sed credentibus nuntiabant.Paulum reluxit, quod non dies nobis, sed adventatis ignis indicium videbatur. Et ignis quidem longius substitit, tenebrae rursus, cinis rursus multus et gravis. Hunc identidem adsurgentes excutiebamus; operti alioqui atque etiam oblisi pondere essemus. possem gloriari non gemitum mihi, non vocem parum fortem in tantis periculis excidisse.





Traduzione





Avresti udito le urla delle donne, le grida dei fanciulli, le urla dei mariti: chi cercava a gran voce i genitori, chi i figli, chi il coniuge, e si riconoscevano gli uni gli altri dalle voci; c’era chi andava commiserando la propria sorte, chi quella dei propri cari, e anche chi per timore della morte invocava la morte.Molti alzavano le braccia aL cielo, mentre altri, più numerosi, dichiaravano non esservi più dio alcuno nei cieli e che doveva esser quella l’ultima ed eterna notte del mondo. Né mancavano coloro che andavano accrescendo i pericoli veri con immaginari e menzogneri terrori: arrivavano falsamente annunciando, ma erano creduti, che una casa a Miseno era crollata e che un’altra, in un altro luogo, era divorata dalle fiamme.Riapparve poi un debole chiarore, in cui non vedevamo però il giorno, bensì un indizio dell’approssimarsi del fuoco. Questo fuoco, tuttavia, si arrestò a distanza, sicché nuovamente caddero le tenebre, e con queste si ripresentò, in gran copia e spessa, la cenere. Ogni tanto ci alzavamo per scrollarcela di dosso, altrimenti ne saremmo stati in breve ricoperti, se non anche oppressi. Potrei vantarmi di non essermi lasciato sfuggire, in così pericolosi frangenti, né un lamento né un’espressione indegna di un uomo.





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