Riflessioni di Demetrio Falereo sull’instabilità della fortuna
Versione greco tradotta di PolibioΔημήτριοϛ Φαληρεύϛ εν τω περί τηϛ τυχηϛ υπομνήματι βουλόμενοϛ εναργωϛ υποδεικνύναι…..
Traduzione
Demetrio Falereo nelle sue Memorie sulla fortuna, volendo chiaramente mostrare agli uomini di questa, fermatosi col pensiero ai tempi di Alessandro, quand’egli abbatté la potenza dei Persiani, cosi dice: “se voi abbracciaste con la mente non un periodo di tempo infinito e nemmeno molte generazioni , ma soltanto i cinquant’anni che furono prima di noi, conoscereste qui come sia capricciosa la condizione della fortuna. Infatti cinquant’anni fa credete voi che i Persiani o il re di Persia, i Macedoni o il re di Macedonia, se qualcuno degli dèi avesse loro predetto il futuro, avrebbe mai creduto che ai tempi non sarebbe affatto rimasto neppure il nome dei Persiani, i quali signoreggiavano su quasi tutta la terra abitabile, e invece anche su tutta la terra avrebbero dominato i Macedoni, dei quali prima nemmeno il nome era noto? Ma tuttavia la fortuna, che è infida verso la nostra vita è tutta innova contro il nostro calcolo e mostra la propria potenza nei casi inaspettati, anche ora, come a me pare, avendo trasferito la prosperità dei Persiani ai Macedoni, mostra ch’essa anche a costoro ha prestato questi beni sinché qualche altra cosa decida intorno ad essi”. Il cinato Demetrio come con bocca divina. Io poi, giunto nel mio scritto ai tempi nei quali accadde che la signoria dei Macedoni fosse abbattuta, non ho giudicato opportuno passar oltre senza considerazione, come colui che è stato testimone della vicenda, ma io stesso ho creduto bene farne conveniente discorso e inserire la menzione di Demetrio.
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