Pensa che noi tutti abbiamo il corpo mortale, ma per la gloria e per ledi e per la fama che si accompagna al tempo partecipiamo dell’immortalità: e aspirando a questa è giusto che noi soffriamo qualsiasi disagio, per quanto ne siamo capaci. Tu potresti vedere che anche fra i privati i più insigni non darebbero la vita in cambio di nessun’altra cosa, ma per ottenere una bella fama sarebbero disposti anche a morire sul campo di battaglia; e insomma coloro che desiderano un onore sempre maggiore di quello che hanno vengono lodati da tutti, invece coloro che sono avidi di qualcun altro ei beni esistenti sembrano essere più intemperanti e più vili. E la cosa più grande tra le suddette è il fatto che delle ricchezze e delle cariche accade che divengano sovente signori i nemici, invece della benevolenza presso i più e degli altri beni predetti non si lascia nessun altro erede se non i nostri discendenti. Cosicché mi vergognerei se per tali motivi non ti consigliassi di fare questa spedizione e di combattere e di correre pericolo. Allora tu ti consiglierai ottimamente intorno a queste cose quando tu sia convinto che non soltanto questo discorso ti esorta, ma anche ti esortano gli antenati e la viltà dei barbari e coloro che sono diventati più famosi e sembrano essere semidei per la spedizione contro quelli.