Socrate si difende dalle false accuse in fatto di religione
Versione di greco tradotta di Senofonte
Traduzione
“Questo in primo luogo mi fa meraviglia in Meleto: su quale argomento fondandosi vada dicendo che io non credo negli dei nei quali crede la città; poiché sacrificando io nelle feste comuni e sugli altari pubblici, mi potevano vedere sia gli altri che per avventura erano presenti sia lo stesso Meleto, se pur voleva vedermi. E in che modo io introdurrei nuove divinità se dico che una voce del dio manifestamente mi indica che cosa occorre fare? Infatti anche coloro che ricorrono ai canti degli uccelli e ai responsi di uomini certamente congetturano in base a voci. Quanto ai tuoni poi, qualcuno dubiterà che essi diano voci o che siano un grandissimo augurio. E la sacerdotessa che a Pito ( Delfi ) sta sul tripode non annunzia forse anch’essa mediante la voce ciò che intende da parte del dio? Ma in realtà che il dio preveda il futuro e lo indichi in precedenza a chi vuole, anche ciò tutti dicono e credono nello stesso modo che affermo io. Però mentre altri da nome di auguri e di voci umane e di presagi e di indovini a coloro che fanno queste rivelazioni, io invece la chiamo una voce demonica e ritengo, chiamandola così, di parlare in maniera più verace e più santa di coloro che attribuiscono agli uccelli la potenza degli dei. Che poi io non mentisca secondo la divinità ho pure questa prova: infatti avendo annunciato a molti fra gli amici gli avvertimenti della divinità, non sono giammai apparso menzognero “. Tali cose intendendo i giudici erano turbati, in parte perché non prestavano fede alle cose dette, in parte anche perché erano invidiosi ch’egli ottenesse dagli dei più di quanto ottenevano essi stessi.