Romano more, sella eburnea posita, ius dicebat disceptabatque controversias.....
Traduzione
Lasciato il seggio d'avorio, gestiva la giustizia secondo l’usanza romana e dibatteva controversie per le piccole cose. E l'animo non si adattava a nessuna condizione vagando per tutti i modi di vita al punto che non era sufficientemente chiaro ne a lui ne agli altri, quale tipo di uomo fosse. Non parlava agli altri, sorrideva affabilmente a persone conosciute da poco, con intensità scostante beffeggiava se stesso e gli altri; dava doni infantili ad alcuni uomini apprezzati e che avevano molta stima per se stessi, ne arricchiva altri che non si aspettavano nulla. Perciò ad alcuni sembrava che non sapeva, che cosa volesse per se stesso, alcuni dicevano che lui scherzava soltanto, altri che era senza dubbio impazzito. Tuttavia in due fatti importanti e degne d'onore la capacità decisionale era davvero degna di un re, nel fare doni alle città e nel culto degli dei. Promise ai Megalopolitani in Arcadia che avrebbe cinto la città con un muro e offrì la maggior parte del denaro; decretò di edificare il magnifico teatro di Tegea in marmo; a Cizico donò stoviglie d'oro per la mensa nel Pritaneo,cioè nel cuore della città, dove coloro i quali è concesso un tale onore, mangiano a spese dello stato. Diede a Rodi doni di ogni genere poiché le loro tradizioni pretesero ciascuno. Invero della sua generosità verso gli dei può essere testimonianza anche il tempio di Giove Olimpo ad Atene, l'unico al mondo iniziato per la grandezza del dio.