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Romolo tra gli dei  - Il Tantucci Plus Laboratorio 1 Pagina 187 Numero 31


Versione latino tradotta di Livio

 


Traduzione


Una volta Romolo sosteneva una riunione in un campo presso la Palude della Capra, quando all'improvviso, una tempesta violenta avvolge l’uomo con grande frastuono, ed una densa nuvola: il re non compare più ai suoi compatrioti da alcuna parte, e successivamente Romolo non apparve più nel mondo. La gioventù romana, quando guarda vuota la dimora sfarzosa, conserva, per un po’ un infelice tranquillità. Poi tutti dispongono di inneggiare Romolo come re e genitore della città romana. Ma tra i plebei vi è anche il dubbio sull’uccisione del re e ad un assassinio dei senatori; così i colloqui e i discorsi dei cittadini sono carichi di paura e di grande inquietudine. Allora Giulio Proculo un uomo famoso, si fa avanti in riunione ed afferma ai cittadini preoccupati a causa della malinconia del re: O Quiriti allo spuntare del chiarore, oggi ho visto Romolo, genitore della città sul colle Quirinale. Saliva verso gli dèi del cielo, ed incitava i romani all’onestà e alla concordia. Affermava così, i romani saranno per ininterrottamente i sovrani dei popoli, e Roma sarà la capitale della Terra. I romani confidano all’autorità di Proculo, adorano Romolo come un dio, e lo denominano Quirino.

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