Quante colpe, o giudici, e quanti delitti siano stati compiuti da costui e dai suoi fratelli sarebbe molta fatica il dire. Riguardo alle sicofantie poi, quante deposizioni egli abbia fatto in giudizi privati o quante accuse pubbliche o quante denunce, non è punto necessario che io dica partitamente; infatti voi tutti insieme, e dinanzi al popolo e in tribunale, l’avete condannato per sicofantia ed egli vi dovette pagare diecimila dramme; cosicchè questo è stato abbastanza assodato da noi tutti. Pertanto egli, pur essendo schiavo, tentò di sedurre le mogli libere dei cittadini e di corromperle, e fu colto in adulterio; e per questo delitto è comminata la pena di morte. Come dunque non conviene a voi tutti condannare costui? Se infatti ciascuno degli altri per un solo delitto fu giudicato degno di morte, certamente è assai giusto che voi condanniate a morte costui, che molti delitti ha commesso e pubblicamente contro la città e privatamente contro ciascuno di voi, se ognuno di questi delitti secondo le leggi è punito con la morte. Se poi, mentre doveva essere punito da molto tempo, noi lo puniamo più tardi, egli ci guadagna il tempo che è vissuto, mentre non lo meritava, e ciononostante molti uomini sono morti per opera sua. Ricordandovi dunque di tutte le sventure, sia di quelle comuni toccate alla città sia di quelle private, quante ciascuno di voi ebbe a soffrire dopochè morirono quegli uomini, punite colui che ne è l’autore.