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Coriolano  - Tantucci Laboratorio 1 Pagina 282 Numero 15         

  

Versione latino tradotta di Livio

 


Traduzione


Coriolano, uomo di grande valore e di acuto ingegno, condannato dai Romani all’espatrio con un processo imparziale, si era rifugiato presso i Volsci, ed era stato nominato capo del loro esercito. A quel tempo, i Volsci erano contrari ai Romani, e il senato, su incitamento della plebe, inviò dei messi ai Volsci, affinché chiedessero la pace. Ma Coriolano ricordandosi sia dell’ingiustizia dei cittadini, sia della protezione degli stranieri, li rimandò a Roma senza nulla di fatto. Nell’accampamento dei nemici arrivarono anche dei sacerdoti che pregavano, ma non addolcirono l’animo di quello, che era infiammato d’ira. A questo punto Coriolano voleva fare una guerra contro la sua patria. Allora o su suggerimento popolare o mosse dal timore femminile della guerra, le matrone andarono da Veturia, madre di Coriolano, e da Volumnia, e da sua moglie, per implorare il loro sostegno. Dopo questo l’anziana Veturia, e Volumnia, portando con sé i piccoli figli, arrivarono all’accampamento dei nemici e con i loro pianti e preghiere, allontanarono Coriolano dal perverso intento. Così quello che ormai era pronto a guidare la cavalleria dei Volsci contro i Romani, cambiato parere, arretrò l’accampamento distante da Roma, senza aver iniziato nessuna battaglia.

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