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Cause principali che contribuirono al declino e alla caduta dell'Impero Romano


Suddivisione dell'Impero Romano d'Oriente e d'Occidente

I due secoli precedenti alla caduta dell' Impero Romano d'Occidente nel 476 (organismo politico che aveva esercitato la propria egemonia in gran parte del Mediterraneo ed in Europa) furono caratterizzati da profonde trasformazioni. A partire dal III secolo, le modifiche più importanti che si registrarono nel mondo romano riguardavano:

  • la diffusione del cristianesimo;

 

  • la minaccia e i successivi attacchi che i barbari iniziarono a compiere, mettendo in pericolo, i confini settentrionali e orientali dell'impero;

 

  • le differenze tra Occidente e Oriente e il crescente divario tra ricchi e poveri;

 

Nel terzo secolo l'impero romano dominava: tutte le coste del Mar Mediterraneo, in Europa occidentale si estendeva fino alla Gran Bretagna, in Asia fino alla Mesopotamia; in Africa non si estendeva molto al di là della linea costiera, tranne che nell'Egitto; ad ovest e a nord raggiungeva la costa atlantica, oltrepassava la Manica e si spingeva fino al Mar del Nord. La penisola iberica e le Gallie erano romanizzate da tempo, ed una parte dell'Inghilterra era stata conquistata nel primo secolo. Comandate da Roma erano ad oriente: le popolazioni balcaniche, la Grecia, l'Asia Minore, Siria e Palestina.


Il ceto dominante era un'aristocrazia ristretta, proveniente dalle città è dotata di patrimoni fondiari. Il loro ruolo sociale, iniziò ad essere minacciato dall'ascesa dei plebei, che si stavano arricchendo tramite il commercio ed i prestiti. Le guerre di espansione territoriale, erano ormai terminate, e gli unici scontri militari dell'impero, iniziarono ad essere, per la difesa dei confini, a causa della minaccia delle popolazioni che spingevano da nord-est. L'imperatore Aureliano, cinse Roma con delle mura difensive, (mura Aureliane) nonostante gli scontri fossero molto lontani dalla capitale.

Con la mancata espansione dei territori, l'economia dell'impero cominciò a ristagnare, e si cercò di porre riparo alla decrescita degli introiti, con una maggiore pressione fiscale. La necessità di difesa dei confini e i crescenti costi, per il mantenimento dell'impero spinsero gli imperatori a promuovere alcune riforme. In ambito sociale, all'aristocrazia senatoria si sostituirono gli uomini nuovi provenienti dall'esercito.

Le numerose imposte, oltre ad aumentare il divario tra ricchi e poveri, spinsero sia gli uni che gli altri a cercare dei modi per sottrarsi al pagamento delle imposte. La diminuzione delle ricchezze, portò alla decadenza dei centri minori e alla crescita di quelli maggiori. I piccoli centri urbani, si svuotavano e molti si spostarono nelle campagne favorendo la localizzazione dell'aristocrazia. A favorire questo processo, fu il ruolo dei vescovi e degli amministratori come punti di riferimenti e di protezione delle varie località e l'ampliamento del ceto dominante. Il risultato fu una società maggiormente ancorata alla dimensione locale.

In questo clima di decentramento politico, nel IV secolo il primo imperatore cristiano, Costantino divise l'impero tra Occidente e Oriente, la cui capitale divenne Costantinopoli a Bisanzio. Con il Concilio di Calcedonia, nel 451 convocato dall'imperatore Marciano venne dichiarata: pari dignità tra i vescovi di Roma e Costantinopoli.


La situazione dell'Impero d'Oriente era diversa da quella d'Occidente nonostante la pressione fiscale: l'economia orientale era basata sul commercio e sulla produzione; per questo motivo a differenza di quanto accaduto nella parte occidentale dell'impero (Italia e Gallia): i contadini non fuggirono nelle campagne, con la speranza di evitare gli esattori, non si creò l'aristocrazia locale, non si verificò il divario tra città maggiori e minori, ricchi e poveri che si manifestava nell'Occidente. Nel V secolo le invasioni, si fecero più aggressive e i due imperi riguardo al problema della presenza barbarica nell'esercito optarono per due soluzioni diverse: 

          1) ad oriente si procedette all'allontanamento dei barbari nell'esercito, nel quale erano entrati due secoli prima; 

          2) ad occidente si concesse alle popolazioni barbare di stanziarsi nel territorio imperiale entro i confini dell'impero.


Nel 476, dopo la deposizione di Romolo Augustulo (figlio di Oreste), il re barbaro Odoacre, non pretese il titolo imperiale, ciò segnava, la capacità dei barbari di agire sul livello più alto della politica; ma, al contempo, la mancanza di un'autentica assimilazione; in  seguito Odoacre venne proclamato, rex gentium  delle popolazioni barbariche, stabilite in Italia. Preoccupato dei successi politico-militari di Odoacre, Zenone ne ostacolò l'ascesa, inviandogli gli ostrogoti di Teodorico, (489) che dopo una lunga resistenza lo vinsero e lo uccisero. I cambiamenti iniziati nel terzo secolo, sono stati considerati in modo diverso dagli storici: c'è chi li ha considerati negativamente, individuando in esse la fine della classicità, c'è chi li ha considerati come un progresso. Un ruolo importante, l'ha avuto l'economia per alcuni storici si è infatti passati:  da una struttura, produttiva basata sulla schiavitù, ad una struttura, fondata sul feudalesimo.

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