Niccolò Machiavelli e lo storicismo
Secondo Machiavelli l’organizzazione sociale può essere di due tipi:
1- Liberale: dove si da massima libertà ai cittadini
2- Statale: dove tutti i cittadini devono seguire l’autorità dello Stato.
Essendo uno storicista, Machiavelli intende il ritorno ai principi come un ritorno alla Repubblica dell’età di Pericle. Ma per tornare alle origini bisogna tener conto di due fattori:
1- Forma politica del passato
2- Realtà effettuale cioè la situazione storica in cui si vive per poter adattare la forma statale del passato al presente.
Analizzando il primo fattore Machiavelli crede nella Repubblica di Pericle in quanto basata sulla libertà dei cittadini e sui buoni costumi. Però, tenendo conto del secondo fattore, si rende conto che questo tipo di Repubblica non può essere affermata totalmente nel presente ma è necessario un Principe, cioè una persona valida che sappia tener conto dei bisogni dei cittadini. L’affermazione del principato trova la sua giustificazione in se stessa, cioè nella realtà effettuale che porta inevitabilmente ad esso pur esaltando la libertà esalta un principe perché la realtà effettuale non permette la Repubblica. Il principe deve avere delle precise qualità. Deve essere “ forte e conoscitore della storia “ perché deve saper adattare l’azione alla situazione e con la conoscenza della storia può evitare gli errori del passato. Deve saper tenere la politica distaccata dalla morale, cioè deve saper sacrificare il bene del singolo per il bene della collettività. Gli individui hanno così la sicurezza che il principe non sia un tiranno e che tuteli i loro diritti
Virtù e fortuna
Secondo Machiavelli la vita di ognuno è regolata per metà dalla volontà dell’uomo stesso e per metà dalla fortuna ma non intesa in senso trascendente bensì in senso immanente cioè da situazioni determinate dagli altri individui che possono far realizzare o meno la volontà del singolo. È sempre la volontà degli altri che interferisce sulla volontà.