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Livio: L'agguato del Trasimeno





Iam pervenerant ad loca nata insidiis, ubi maxime montes Cortonenses in Trasumennum sidunt. Via tantum interest
perangusta, velut ad id ipsum de industria relicto spatio; deinde paulo latior patescit campus; inde colles adsurgunt. Ibi castra in aperto locat, ubi ipse cum Afris modo Hispanisque consideret; Baliares ceteramque levem armaturam post montes circumducit; equites ad ipsas fauces saltus tumulis apte tegentibus locat, ut, ubi intrassent Romani, obiecto equitatu clausa omnia lacu ac montibus essent. Flaminius cum pridie solis occasu ad lacum pervenisset, inexplorato postero die vixdum satis certa luce angustiis superatis, postquam in patentiorem campum pandi agmen coepit, id tantum hostium quod ex adverso erat conspexit: ab tergo ac super caput deceptae insidiae. Poenus ubi, id quod petierat, clausum lacu ac montibus et circumfusum suis copiis habuit hostem, signum omnibus dat simul invadendi. Qui ubi, qua cuique proximum fuit, decucurrerunt, eo magis Romanis subita atque improvisa res fuit, quod orta ex lacu nebula campo quam montibus densior sederat. Romanus clamore prius undique orto quam satis cerneret se circumventum esse sensit. 





TRADUZIONE



I Cartaginesi erano ormai giunti in un luogo fatto apposta per le imboscate, proprio dove le alture di Cortona digradano verso il Trasimeno. In mezzo c'è solo una strada strettissima, come se fosse stato lasciato di proposito uno spazio proprio per questo scopo; poi la pianura si estende un po' più ampia; di qui si levano dei colli. Qui Annibale pone l'accampamento in campo aperto, per risiedervi egli stesso con gli Africani e gli Spagnoli soltanto; i Baleari e il resto dei soldati armati alla leggera li manda dietro i monti; i cavalieri li dispone proprio all'imbocco della gola, opportunamente nascosti dalle alture, affinché, una volta che i Romani vi fossero entrati, sbarrato il passo dalla cavalleria, tutti i passaggi fossero chiusi dal lago e dai monti. Flaminio, dopo essere giunto al lago il giorno prima al tramonto del sole, il giorno seguente, senza aver mandato pattuglie in ricognizione, oltrepassate le gole in una luce ancora incerta, dopo che ebbe incominciato a schierare l'esercito nella pianura più aperta, vide soltanto quella parte dei nemici che era di fronte a lui: le insidie che aveva alle spalle e sopra la testa gli sfuggirono. Il Cartaginese, quando ebbe cosa che appunto aveva cercato il nemico chiuso dal lago e dai monti e circondato dalle sue truppe, diede a tutti il segnale di attaccare  contemporaneamente. E quando essi corsero all'attacco dal luogo più vicino per ciascuno, la cosa risultò tanto più improvvisa e inaspettata per i Romani per il fatto che la nebbia, sorta dal lago, si era posata più densa sulla pianura che sulle alture. Dal clamore levatosi da ogni parte i Romani si accorsero di essere circondati prima ancora di vedere con chiarezza.






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