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Tacito: Il culto della dea Nerto

Langobardi et Reudigni et Aviones et Anglii et Varini et Eudoses et Suarines et Nuitones in commune Nerthum, id est Terram matrem, colunt eamque intervenire rebus hominum, invehi populis arbitrantur. Est in insula Oceani castum nemus, dicatumque in eo vehiculum, vestecontectum; attingere uni sacerdoti concessum. Is adesse penetrali deam intellegit vectamque bubus feminis multa cum veneratione prosequitur. Laeti tunc dies, festa loca quaecumque adventu hospitioque dignatur. Non bella ineunt, non arma sumunt; clausum omne ferrum; pax et quies tunc tantum nota, tunc tantum amata, donec idem sacerdos satiatam conversatione mortalium deam templo reddat. Mox vehiculum et vestis et, si credere velis, numen ipsum secreto lacu abluitur. Servi ministrant,quos statim idem lacus haurit. Arcanus hinc terror sanctaque ignorantia, quid sit illud quod tantum perituri vident.



TRADUZIONE



I Longobardi, i Reudigni, gli Avioni, gli Angli, i Varini, gli Eudosi, i Suarini e i Nuitoni venerano tutti quanti Nerto, cioè la Terra madre, e sono convinti che essa intervenga nelle faccende degli uomini e si rechi a far visita alle sue genti. C'è, in un'isola dell'Oceano Atlantico, un boschetto inviolato, ed in esso c'è un carro consacrato alla dèa, coperto da un panno; toccarlo è concesso solo al sacerdote. Costui percepisce che la dèa è presente nel penetrale e la segue con molta venerazione mentre è trasportata sul carro trainato da vacche. Allora sono giorni di gioia, sono in festa tutti i luoghi che la dèa degna della sua visita e del suo soggiorno. I popoli non intraprendono guerre, non prendono le armi; ogni arma è chiusa in casa; la pace e la tranquillità solo allora sono conosciute, solo allora sono amate, finché il medesimo sacerdote non riporti al tempio la dèa, sazia della compagnia dei mortali. Poi si lavano in un lago appartato il carro, il panno e, se vuoi crederci, la dèa stessa. Svolgono questa mansione dei servi, che subito dopo il medesimo lago inghiotte. Di qui un oscuro terrore ed una inviolabile ignoranza di cosa sia quella cosa che soltanto uomini destinati a morire possono vedere.

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