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Igino: Inutile astuzia di Ulisse









Agamennon et Menelaus, Atreii filii, cum ad Troiam oppugnandam coniuratos duces ducerent, in insulam Ithacam ad Ulixem, Laertis filium, venerunt, cui erat responsum, si ad Troiam ivisset, post vicesimum annum, solum, sociis perditis, patriam revisurum esse. Itaque, cum sciret ad se oratores venturos esse, insaniam simulans, pileum sumpsit et equum cum bove iunxit ad aratrum. Eum Palamedes ut vidit, sensit simulare atque Telemachum filium eius cunis sublatum aratro subiecit et ait: ---- . Tunc Ulixes fidem dedit se venturum esse, ex eo die Palameli infestus fuit.






Traduzione






Agamennone e Menalao, figli di Atreo, conducendo i comandanti uniti in giuramento per espugnare Troia, inviarono gli ambasciatori presso Ulisse, figlio di Laerte, nell’isola di Itaca, al quale era stato vaticinato che se avesse marciato contro Troia, dopo il ventesimo anno, solo, dopo aver perso i compagni, povero sarebbe tornato a casa. E così sapendo che gli ambasciatori sarebbero venuti da lui, fingendosi pazzo, indossò un pileo e attaccò un cavallo con un bue all’aratro. Ma quando Palamede lo vide, capì l’inganno e tolto dalla culla suo figlio Telemaco lo pose davanti all’aratro e disse: ---- . Allora Ulisse diede parola che si fosse presentato.







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