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Cesare: La fase decisiva dello scontro tra Curione e Varo


Erat vallis inter duas acies, ut supra demonstratum est, non ita magna, at difficili et arduo ascensu. Hanc uterque, si adversariorum copiae transire conarentur, exspectabat, quo aequiore loco proelium committeret. Simul ab sinistro cornu P. Attii equitatus omnis et una levis armaturae interiecti complures, cum se in vallem demitterent, cernebantur. Ad eos Curio equitatum et duas Marrucinorum cohortes mittit;quorum primum impetum equites hostium non tulerunt, sed admissis equis ad suos refugerunt; relicti ab his, qui una procurrerant levis armaturae, circumveniebantur atque interficiebantur ab nostris. Huc tota Vari conversa acies suos fugere et concidi videbat. Tunc Rebilus, legatus Caesaris, quem Curio secum ex Sicilia duxerat, quod magnum habere usum in re militari sciebat, "perterritum," inquit, "hostem vides, Curio: quid dubitas uti temporis opportunitate?"
Ille unum elocutus, ut memoria tenerent milites ea, quae pridie sibi confirmassent, sequi sese iubet et praecurrit ante omnes. Adeo erat impedita vallis, ut in ascensu nisi sublevati a suis primi non facile eniterentur. Sed praeoccupatus animus Attianorum militum timore et fuga et caede suorum nihil de resistendo cogitabat, omnesque se iam ab equitatu circumveniri arbitrabantur. Itaque priusquam telum abici posset, aut nostri propius accederent, omnis Vari acies terga vertit seque in castra recepit.

Traduzione

Tra i due schieramenti si apriva, come si è detto prima, una valle non tanto ampia, ma ripida e difficile da risalire. Sia gli uni che gli altri aspettavano che le truppe avversarie tentassero di attraversarla, per combattere da una posizione più vantaggiosa. Nello stesso tempo, dall'ala sinistra di Publio Attio si vedeva tutta la cavalleria, con molti soldati armati alla leggera tra le loro file, lanciarsi giù nella valle. Curione le manda incontro la sua cavalleria con due coorti di Marrucini; la cavalleria nemica non sostiene la loro prima carica, ma, a briglia sciolta, ripiega verso le sue linee; le truppe leggere che erano andate all'assalto insieme con la cavalleria, lasciate sole, vengono circondate e massacrate dai nostri. Tutto l'esercito di Varo, con lo sguardo fisso da questa parte, vedeva i propri compagni in fuga e massacrati. Allora Rebilo, il legato di Cesare, che Curione aveva condotto con sé dalla Sicilia, perché lo riteneva un grande esperto dell'arte militare, disse: «Vedi che il nemico è atterrito, Curione; che aspetti ad approfittare dell'occasione?». Egli, dopo aver rivolto ai soldati un solo appello, che tenessero a mente quanto gli avevano assicurato il giorno prima, ordina loro di seguirlo e si slancia davanti a tutti. La valle era così ripida che a stento i primi riuscivano a rimontarla senza l'aiuto dei compagni. Ma l'animo dei soldati di Attio era così preso dal terrore per la fuga e la strage dei loro, che non pensavano affatto ad opporre resistenza, e si vedevano già tutti circondati dalla cavalleria. E così, prima che si potesse scagliare un solo proiettile o che i nostri si facessero più vicini, tutto l'esercito di Varo volse le spalle e si rifugiò nell'accampamento.

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