Camilo José Cela scrittore spagnolo (1916 - 2002) 

Camilo José Cela nacque in Galizia nel 1916, ed ottenne il Premio Nobel nel 1989. Cela visse la crudeltà della Guerra Civile, e qualificó tale periodo come vile e squilibrato. Nel 1942 scrisse "La familia de Pascual Duarte"; questo romanzo, nato dall'espressione della Guerra Civile è legato: alla vita ed all'ambiente di una collettività, per questo non poteva riflettere una situazione rosea.

Il romanzo é costruito interamente sulla: confessione e sulla memoria; ed è proprio attraverso la memoria, che si può chiarire un momento storico, in una maniera piú trasparente piuttosto che seguire una ricostruzione storica. Attraverso la memoria e lo sguardo Cela, esprime la sua verità.

"La familia de Pascual Duarte", si presenta come un manoscritto trovato per caso, con un trascrittore che si fa censore, ed alcune lettere che accompagnano il testo. Il trascrittore è perció responsabile, non del contenuto dell'opera, ma della sua trasmissione psicologica. Attraverso una storia scomoda Cela pone in rilievo, la componente tremendista ed oscura, della cultura spagnola. La storia antiesemplare e truce presente nel testo, si ricollega alla tradizione picaresca.

Il romanzo, viene presentato dallo  scrittore come: un modello di condotta da evitare, un romanzo esemplare ma al rovescio che segue il modello picaresco, e si conclude con la morte del protagonista. Il romanzo si presenta come autobiografico, ma al suo interno, si crea un doppio registro: biografia reale e finzione. La storia allude, non al sentimento tragico della vita, ma al risentimento nato da circostanze storiche. Dalla prigione, Pascual Duarte attende la pena capitale che verrà puntualmente eseguita. Il protagonista narra, la sua storia che si concluderà prima della Guerra Civile. Teatro dell'azione é Almendralejo, una comunità sperduta dell'Estremadura. Dalla solitudine del carcere, Pascual Duarte, offre una revisione della sua vita. Pascual é un contadino, con uno scatto violento e con un sentimento primitivo della giustizia, che genera in lui la figura di un criminale. Egli è  circondato dall'ambiente degradato e violento, pieno di primitismo e povertà.

Dalle sue memorie si percepisce: l'ambiente, l'educazione, il fanatismo criminale verso cui è spinto, e le frustrazioni. Implicitamente oltre ai luoghi, si deduce dal testo la biografia dei suoi familiari: il padre era manesco ed era stato in carcere per contrabbando; la sorella era una prostituta, la madre era un'alcolizzata, ed una donna burbera e violenta; mentre la sua futura moglie subisce uno stupro. Il cattivo comportamento dei genitori, condizionano la sua psicologia, e la legge dell'ereditarietà é  il marchio che pesa su Pascual.

Privo di istruzione scolare, egli assiste a continue lezioni di violenza  ed aggressività. L'opera si presenta come una tragedia rustica, in cui la gente muore con facilità. Il protagonista del testo, spinto dall'odio uccide le sue vittime tra cui, una cagnetta, poiché il suo sguardo era emblematico di altri sguardi; uccide una mi la a coltellate; uccide un rivale vendicandosi dell'onore oltraggiato a sua sorella e a sua moglie; uccide la madre a coltellate, vendicandosi della sua origine, ed infine un signorotto del paese, che aveva cagionato la sua condanna. Pascual confessa le sue colpe, spiegando il suo atteggiamento; e la scrittura serve al protagonista, per alleviare la sua inquietudine,  consapevole della sua incapacità nel controllare il proprio istinto. All'interno del romanzo, infine scrittura e racconto si trasformano in memoria e confessione.