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De Amicitia, Paragrafo 96

De Amicitia, Paragrafo 96



Quibus blanditiis C. Papirius nuper influebat in auris contionis, cum ferret legem de tribunis plebis  reficiendis! Dissuasimus nos; sed nihil de me, de Scipione dicam libentius. Quanta illi, di immortales, fuit gravitas, quanta  in oratione maiestas! ut facile ducem populi Romani, non comitem diceres. Sed adfuistis, et est in manibus oratio. Itaque lex  popularis suffragiis populi repudiata est. Atque, ut ad me redeam, meministis, Q. Maximo, fratre Scipionis, et L. Mancino  consulibus, quam popularis lex de sacerdotiis C. Licini Crassi videbatur! cooptatio enim collegiorum ad populi beneficium  transferebatur; atque is primus instituit in forum versus agere cum populo. Tamen illius vendibilem orationem religio deorum  immortalium nobis defendentibus facile vincebat. Atque id actum est praetore me quinquennio ante quam consul sum factus; ita re  magis quam summa auctoritate causa illa defensa est.




TRADUZIONE



Con quali lusinghe Caio Papirio cercava di insinuarsi nelle orecchie dell'assemblea popolare poco tempo fa, quando presentava il disegno di legge sulla rielezione dei tribuni della plebe! Ci siamo opposti alla sua proposta. Ma non è di me, è di Scipione che preferisco parlare. Dèi immortali, che solennità, che maestà risuonò nelle sue parole! Non avresti esitato a chiamarlo guida del popolo romano, non semplice cittadino! Ma eravate presenti ed è in circolazione il suo discorso. Così , una legge di ispirazione popolare è stata respinta dai voti dei popolo. E, per ritornare a me, vi ricordate senz'altro di quanto apparisse popolare la legge sui sacerdozi presentata da Caio Licinio Crasso nell'anno del consolato di Quinto Massimo, fratello di Scipione, e di Lucio Mancino! L'elezione dei membri dei collegi sacerdotali veniva trasferita al popolo. E fu lui il primo a parlare al popolo con la faccia rivolta al foro. Nonostante ciò, il rispetto degli dèi immortali, da me difeso, sconfisse senza difficoltà il suo discorso demagogico. L'episodio risale alla mia pretura, cinque anni prima del mio consolato. Così , fu il suo significato intrinseco la migliore difesa di quella causa, e non la suprema autorità del suo oratore.

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