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Annibale e il filosofo Formione


Versione di Cicerone da 'Corso di lingua latina per il biennio', di Laura Pepe, Danilo Golin. - Dalla grammatica alla traduzione - Unità 14-25 (Volume II)


Cum Hannibal, Carthagine expulsus, Ephesum ad Antiochum venisset exsul,invitatus est ab hospitibus suis, ut philosophum praeclarum,Phormionem, audiret; cumque is ad eum audiendum isset, locutus essedicitur homo copiosus aliquot horas de imperatoris officio et de remilitari. Tum, cum ceteri, qui illum audierant, vehementer essentdelectati, quaerebant Hannibalem, quidnam ipse de illo philosophoiudicaret: hic Poenus libere respondisse fertur, multos se delirossenes sape vidisse, sed neminem vidisse, qui magis quam Phormiodeliraret. Neque me hercule iniuria; quid enimi aut adrogantius autloquacius fieri potuit? Nam Graecus homo, qui numquam hostem, numquamcastra viderat, numquam denique minimam partem ullius publici munerisattigerat, ausus est Hannibalem, qui tot annis de imperio cum populoRomano omnium gentium victore certaverat, rem militarem docere.


Traduzione



Giacchè Annibale, espulso da Cartagine, era giunto in Efeso, da Antioco, in qualità d'esule, fu invitato dai suoi ospiti ad ascoltare Formione, un celebre filosofo; dunque, dopochè egli in persona si fu recato ad udirlo, si dice che l'uomo loquace abbia parlato per alcune ore dell'incarico del comandante e dell'arte della guerra. Allora, poichè gli altri, che avevano prestato ascolto all'oratore, erano rimasti vivamente impressionati, domandavano ad Annibale che cosa mai pensasse di quel filosofo: a questo punto, il Cartaginese si tramanda abbia schiettamente replicato che aveva veduto spesso molti deliri di anziani, ma non aveva mai visto nessuno che delirasse più di Formione. E, perbacco, non (lo disse) a torto; infatti che cosa di più arrogante o loquace poteva) accadere? Difatti l'uomo greco, che non aveva mai veduto un nemico, mai un accampamento, che non aveva mai ricoperto la minima parte d'alcun incarico pubblico, osò insegnare ad Annibale, che aveva combattuto per tanti anni contro il popolo romano, vincitore di tutte le genti, l'arte militare.

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