Accedi Registrati

Accedi al tuo acconut

Nickname *
Password *
Ricordami

Crea il tuo profilo

I campi contrassegnati con un asterisco sono obbligatori
Nome *
Nickname *
Password *
Verifica password *
Email *
Verifica email *
Captcha *
Reload Captcha

Nepote: Milziade viene condannato dagli Ateniesi dopo il fallito assedio di Paro

 



Versione di Nepote: Milziade viene condannato dagli Ateniesi dopo il fallito assedio di Paro, da 'Corso di lingua latina per il biennio', di Laura Pepe, Danilo Golin. - Dalla grammatica alla traduzione - Unità 14-25 (Volume II)

 



Parum insulam cum Miltiades oratione recnociliare non posset, copias e navibus eduxit, urbem operibus clausit omnique commeatu privavit, dein, vineis ac testudinibus constitutis, propius muros accessit. Cum iam in eo esset, ut oppido potiretur, procul in continenti lucus, qui ex insula conspiciebatur, nocturno tempore incensus est. Cuius flamma ut ab oppidanis et oppugnatoribus est visa, utrisque venit in opinionem signum a classiariis regiis datum esse. Itaque factum est, ut et Parii a deditione deterrerentur Miltiades, timens ne classis regia adventaret, incensis operibus, quae statuerat, Athenas magna cum offensione civium suorum rediret. Accusatus ergo est proditionis, quod, cum Parum expugnare posset, a rege corruptus, infectis rebus discessisset. Eo tempore aeger erat vulneribus, quae in oppugnando oppido acceperat. Itaque, quoniam ipse pro se dicere non posset, verba fecit frater eius Stesagoras. Causa cognita, capitis absolutus, pecunia multatus est, eaque lis quinquaginta talentis aestimata est. Hanc pecuniam quod solvere in praesentia non poterat, in vincla publica coniectus est ibique diem obiit supremum.

 

 


TRADUZIONE

 

 


Milziade, giacchè non poteva ricondurre l'isola di Paro all'obbedienza con la persuasione, condusse le proprie truppe fuori dalle navi, cinse la città con le fortificazioni e, disposte vinee e macchine d'assedio, la privò dei rifornimenti , e s'avvicinò alle mura. Mentre era sul punto di impadronirsi della città, poco lontano, sulla terraferma, un bosco sacro, che si scorgeva dall'isola, di notte, venne incendiato. Come queste fiamme furono notate dagli assediati e dagli assedianti, entrambi ritennero che fosse stato dato loro un segnale dai soldati di marina. Pertanto avvenne che gli abitanti di Paro fossero distolti dalla resa e Milziade, temendo che giungesse la flotta reale, incendiate le macchine d'assedio che aveva fatto disporre, tornasse ad Atene, con grande biasimo da parte dei propri concittadini. Dunque fu accusato di tradimento, giacchè, benchè potesse espugnare Paro, corrotto dal re, si ritirò senza concludere nulla. A quel tempo era sofferente per le ferite che aveva ricevuto durante l'assedio della città fortificata. Dunque, giacchè non era in grado di testimoniare a proprio favore egli stesso, a suo nome parlò suo fratello, Stesagora. Istruito il processo, dopo essere stato assolto dalla condanna a morte, fu condannato ad una multa, e la pena fu stimata a cinquecento talenti. Giacchè non poteva presentarsi in tribunale a pagare la multa, fu rinchiuso nella prigione pubblica e là andò incontro alla morte.

 

 

 

Download

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Immagine relativa alla pagina fan di facebook     Diventa nostro fan
    e seguici su facebook
      


Immagine relativa al canale twitter     Segui il nostro
    canale
Twitter
Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario