Anche se, Romani, non è mia consuetudine dare conto all'inizio d'un discorso della ragione per cui difenda ciascheduno, nondimeno, in questa difesa in un processo per un'accusa capitale, della fama e di tutte le fortune di Caio Rabirio, mi sembra sia da esporre la ragione della mia difesa: infatti, la ragione che mi è parsa assai corretta per difendere costui, quella medesima ragione deve sembrare a voi sufficiente all'assoluzione. Difatti, a difendere Caio Rabirio, m'ha esortato non soltanto l'antica origine della nostra amicizia, la dignità di quest'uomo, una ragione d'umanità, ma m'ha indotto anche la salvezza dello Stato, l'incarico consolare, lo stesso consolato, infine, da voi a me affidato con come unico obiettivo la salvezza dello Stato. Per questa ragione, se è proprio del buon console, mentre vede tutti quanti i supporti dello Stato vacillare ed indebolirsi, portar soccorso alla patria, è anche proprio dei cittadini buoni e valorosi, quali voi risultate in tutte le epoche della Repubblica, vanificare tutte le possibilità di sedizione, fortificare i presidi dello Stato, stimare sommo nei consoli il comando, sommo il potere nel Senato. Pertanto è mia, in particolare, la fatica, in questo difendere, mentre l'impegno a salvare quest''uomo dovrà essere comune a me ed a voi.