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Cicerone: Ciro morente parla ai figli dell'immortalità dell'anima





Versione di Cicerone: Ciro morente parla ai figli dell'immortalità dell'anima, da 'Corso di lingua latina per il biennio', di Laura Pepe, Danilo Golin. - Dalla grammatica alla traduzione - Unità 14-25 (Volume II)

 



Apud Xenophontem moriens Cyrus maior haec dicit: 'Nolite arbitrari, o mihi carissimi filii, me, cum a vobis discessero, nusquam aut nullum fore. Nec enim, dum eram vobiscum, animum meum videbatis, sed eum esse in hoc copore ex iis rebus, quas gerebam, intellegebatis. Eundem igitur esse creditote, etiamsi eum non videbitis. Mihi quidem numquam persuaderi potuit animos, dum in corporibus essent mortalibus, vivere, cum excessissent ex iis, emori. Atque etiam cum hominis natura morte dissolvitur, ceterarum rerum perspicuum est quo quaeque discedat; abeunt enim illuc omnia, unde orta sunt, animus autem solus, nec cum adest nec cum discessit, apparet. Iam vero videtis nihil esse morti tam simile quam somnum. Atqui dormientium animi maxime declarant divinitatem suam; nam, cum remissi et liberi sunt, multa futura prospiciunt. Ex quo intellegitur quales futuri sint, cum se plane corporum vinculis relaxaverint. Quare, si haec ita sunt, sic me colitote ut deum; si autem est interiturus animus una cum corpore, vos tamen deos verentes, qui hanc omnem pulchritudinem tuentur et regunt, memoriam nostri pie inviolateque servabitis.

 

 

TRADUZIONE

 

 

Nelle opere di Senofonte, Ciro il grande dice queste parole: non pensate, miei carissimi figli, che io, quando mi sarò separato da voi, non sarò nulla o in alcun luogo. Difatti, finchè ero con voi, voi vedevate la mia anima, ma capivate che l'animo era in questo corpo dalle azioni che compivo. Dunque fate conto che io sia il medesimo, anche se non mi vedrete più. Mai è stato possibile che io fossi persuaso che gli animi, fintantochè albergassero nei corpi vivessero, mentre allorchè ne fossero usciti morissero. Ed infatti, quando la natura dell'uomo è annientata dalla morte, è chiaro dove ciascuno degli altri elementi vada; difatti tutte le cose vanno là, donde sono venute, mentre l'animo soltanto non appare, ne' quando è vicino, ne' quando si è allontanato. Già, invero vedete che nulla è tanto simile alla morte quanto il sonno. E gli animi di coloro che riposano mostrano al massimo la propria divinità; difatti, quando sono liberi e privi di vincoli, prevedono molti avvenimenti futuri . Da ciò si comprende quali saranno, quando avranno allentato del tutto i legacci dei corpi. E per questo, se stanno così le cose, veneratemi come un dio; se, al contrario, l'animo è destinato a perire tutt'uno col corpo, tuttavia voi, che venerate gli dei, i quali reggono e proteggono tutta questa bellezza, serberete il ricordo di noi con pietà e devozione.

 





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