In scholastica quid non supervacuum est, cum ipsa supervacua sit? Indicabo tibi affectum meum: cum in foro dico, aliquid ago; cum declamo id quod bellissime Censorinus aiebat de his qui honores in municipiis ambitiose peterent, videor mihi in somniis laborare. Deinde res ipsa diversa est: totum aliud est pugnare, aliud ventilare. Hoc ita semper habitum est, scholam quasi ludum esse, forum arenam; et ideo ille primum in foro verba facturus tiro dictus est. Agedum istos declamatores produc in senatum, in forum: cum loco mutabuntur. Velut adsueta clauso et delicatae umbrae corpora sub divo stare non possunt, non imbrem ferre, non solem sciunt, vix se inveniunt: adsuerunt enim suo arbitrio diserti esse. Non est quod oratorem in hac puerili exercitatione spectes. Quid si velis gubernatorem in piscina aestimare?
TRADUZIONE
Nell'oratoria di scuola che cosa non è superfluo, dal momento che essa stessa è superflua? Ti spiegherò meglio il mio pensiero: quando parlo nel foro, faccio qualcosa di concreto; quando invece declamo, questa è una cosa che Censorino diceva molto bene di coloro che brigano per far carriera nei municipi mi sembra di agitarmi nel sogno. Poi è la situazione in sé ad essere diversa: una cosa è combattere, tutt'altra cosa è muovere le armi a vuoto. Si è sempre giudicato così, che la scuola è per così dire una palestra, il foro un'arena; e perciò colui che si accinge a parlare per la prima volta nel foro è stato definito "recluta". Orbene, conduci codesti declamatori in senato, nel foro: insieme al luogo cambieranno anch'essi. Come i corpi abituati al chiuso e alla dolce ombra non possono stare sotto il cielo aperto, non riescono a sopportare la pioggia e non conoscono il sole, a stento si ritrovano: sono infatti abituati a parlare come e quando pare a loro. Non è il caso che tu valuti un oratore in questa esercitazione da ragazzi. Che ne diresti se volessi valutare un timoniere in una piscina?