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Quintiliano: La famiglia, non la scuola, corrompe i ragazzi

Utinam liberorum nostrorum mores non ipsi perderemus! Infantiam statim deliciis solvimus. Mollis illa educatio, quam indulgentiam vocamus, nervos omnis mentis et corporis frangit. Quid non adultus concupiscet qui in purpuris repit? Nondum prima verba exprimit, iam coccum intellegit, iam conchylium poscit. Ante palatum eorum quam os instituimus. In lecticis crescunt: si terram attigerunt, e manibus utrimque sustinentium pendent. Gaudemus si quid licentius dixerint: verba ne Alexandrinis quidem permittenda deliciis, risu et osculo excipimus. Nec mirum: nos docuimus, ex nobis audierunt; nostras amicas, nostros concubinos vident; omne convivium obscenis canticis strepit, pudenda dictu spectantur. Fit ex his consuetudo, inde natura. Discunt haec miseri antequam sciant vitia esse: inde, soluti ac fluentes, non accipiunt ex scholis mala ista, sed in scholas adferunt.



TRADUZIONE



Oh se non fossimo noi stessi a rovinare le abitudini dei nostri figli! Rammolliamo subito l'infanzia con le delicatezze: quell'educazione molle che chiamiamo indulgenza spezza tutte le forze della mente e del corpo. Che cosa non bramerà da adulto chi cammina carponi su tappeti di porpora? Non pronuncia ancora le prime parole, e già riconosce la cocciniglia, già chiede la porpora. Educhiamo il loro palato prima della loro bocca. Crescono sulle lettighe: se toccano la terra, dipendono dalle mani di chi li sostiene da entrambe le parti. Godiamo qualora dicano qualche parola piuttosto spinta: accogliamo con una risata e un bacio parole che non dovrebbero essere permesse neppure agli schiavi alessandrini, oggetto dei nostri piaceri. E non c'è nulla di strano: noi gliele abbiamo insegnate, da noi le hanno sentite dire; vedono le nostre amiche, i nostri concubini; ogni banchetto risuona di canzoni oscene, si vedono spettacoli vergognosi a dirsi. Da questi nasce la consuetudine, da qui l'inclinazione naturale. I poveretti imparano questi comportamenti prima di sapere che sono vizi: quindi, rammolliti e snervati, non apprendono questi mali dalle scuole, ma li portano nelle scuole.

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