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Curzio Rufo: L’esercito di Dario: una suggestiva e sfarzosa processione

Ordo agminis erat talis. Ignis, quem ipsi sacrum et aeternum vocabant, argenteis altaribus praeferebatur. Magi proximi patrium carmen canebant. Magos trecenti et sexaginta quinque iuvenes sequebantur puniceis amiculis velati, diebus totius anni pares numero: quippe Persis quoque in totidem dies discriptus est annus. Currum deinde Iovi sacratum albentes vehebant equi; hos eximiae magnitudinis equus, quem Solis appellabant, sequebatur. Aureae virgae et albae vestes regentes equos adornabant. Haud procul erant vehicula decem multo auro argentoque caelata. Sequebatur haec equitatus duodecim gentium variis armis et moribus. Proximi ibant, quos Persae Immortales vocant, ad decem milia. Cultus opulentiae barbarae non alios magis honestabat: illi aureos torques, illi vestem auro distinctam habebant manicatasque tunicas gemmis etiam adornatas. Cultus regis inter omnia luxuria notabatur: purpureae tunicae medium album intextum erat, pallam auro distinctam aurei accipitres, velut rostris inter se concurrerent, adornabant, et zona aurea muliebriter cinctus acinacem suspenderat, cui ex gemma vagina erat.



TRADUZIONE



Tale era l’ordine di marcia. Davanti veniva portato su altari d’argento il fuoco che essi chiamavano sacro ed eterno. Subito dopo i Magi cantavano un inno patriottico. Seguivano i Magi trecentosessantacinque giovani rivestiti di mantelli purpurei, in numero pari a quello dei giorni dell’anno: infatti anche i Persiani hanno diviso l’anno in altrettanti giorni. Poi dei cavalli bianchi trainavano un carro consacrato a Giove; seguiva questi un cavallo di straordinaria grandezza, che chiamavano cavallo del Sole. I cocchieri avevano fruste d’oro e vesti bianche. Non lontano vi erano dieci carri con ricchi ornamenti d’oro e d’argento. Seguiva questi la cavalleria di dodici nazioni con armi e costumi diversi. Subito dopo procedevano quelli che i Persiani chiamano Immortali, circa diecimila. La raffinatezza della barbarica opulenza conferiva loro più onore degli altri: quelli avevano collane d’oro, abiti ricamati d’oro, tuniche con le maniche anche tempestate di gemme. Fra tutto però spiccava la magnificenza dell’abbigliamento del re: il centro della sua tunica purpurea era ricamato in bianco, ornavano il mantello, sfolgorante d’oro, sparvieri d’oro, che sembrava si avventassero l’uno contro l’altro col becco, e una cintura d’oro simile a quelle delle donne teneva appesa una scimitarra che aveva il fodero di gemme.

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