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Seneca: Com’è piccola la nostra terra vista dall’alto

Non potest quisquam ante contemnere porticus et lacunaria ebore fulgentia et tonsiles silvas et derivata in domos flumina quam totus circumit mundum et, terrarum orbem superne despiciens angustum et magna ex parte opertum mari, sibi ipse dixit: "Hoc est illud punctum quod inter tot gentes ferro et igne dividitur? O quam ridiculi sunt mortalium termini!  Si quisformicis det intellectum hominis, nonne et illae unam aream in multas provincias divident? Cum te in illa vere magna sustuleris, quotiens videbis exercitus subrectis ire vexillis et equitem modo ulteriora explorantem, modo a lateribus affusum, libebit dicere: it nigrum campis agmen. Formicarum iste discursus est in angusto laborantium. Quid illis et nobis interest nisi exigui mensura corpusculi?" Punctum est istud in quo navigatis, in quo bellatis, in quo regnatis. Sursum ingentia spatia sunt, in quorum possessionem animus admittitur, et, cum illa tetigit, alitur, crescit ac, velut vinculis liberatus, in originem redit et hoc habet argumentum divinitatis suae, quod illum divina delectant.



TRADUZIONE



Nessuno può disprezzare portici, soffitti a cassettoni splendenti d’avorio, boschi ben sfrondati e acque deviate dal loro corso per portarle nelle case, prima di aver girato l’universo intero e di aver detto a se stesso, guardando dall’alto in basso il globo terrestre, piccolo e per gran parte coperto dal mare: “Questo è quel punto che si divide tra tanti popoli col ferro e col fuoco? Oh, come sono ridicoli i confini dei mortali! Se qualcuno desse alle formiche l’intelletto di un uomo, non dividerebbero forse anch'esse una sola aia in molte province? Quando ti sarai innalzato a quelle realtà veramente grandi, tutte le volte che vedrai eserciti marciare a vessilli spiegati e la cavalleria ora andare in avanscoperta, ora sparsa ai lati per proteggerli, ti farà piacere dire: “Va la nera schiera per i campi: codesto è un correre qua e là di formiche che si affaticano in uno spazio ristretto. Che differenza c’è fra noi e loro, se non le dimensioni di un esiguo corpicino?” È un punto codesto in cui navigate, in cui combattete, in cui regnate. In alto vi sono spazi immensi, al cui possesso è ammessa l’anima, e, quando le ha toccate, viene alimentata, cresce e, come liberata dalle catene, ritorna alla sua origine, e come prova della sua natura divina ha il fatto che le cose divine la deliziano.

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