Cicerone: Sub nomine pacis, bellum, da 'Lingua nostra'
Versione di Cicerone: Sub nomine pacis, bellum, da 'Lingua nostra', di Giuseppe Grasso.
Si habenda cum M.Antoni latrocinio pacis ratio fuit, mea tamen persona ad istam pacem conciliandam minime fuit deligenda.Ego numquam legatos mittendos censui, ego ante reditum legatorum ausus sum dicere, pacem ipsam si adferrent, quoniam sub nomine pacis bellum lateret, repudiandam, ego princeps sagorum, ego semper illum appellavi hostem, cum alii adversarium, semper hoc bellum, cum alii tumultum. Nec haec in senatu solum, eadem ad populum semper egi, neque solum in ipsum, sed in eius socios facinorum et ministros et praesentis et eos, qui una sunt, in totam denique M.Antoni domum sum semper invectus. Itaque, ut alacres et laeti spe pacis oblata inter se impii cives, quasi vicissent, gratulabantur, sic me iniquum eierabant, de me querebantur.
TRADUZIONE
Se anche fosse stato giusto riconciliarsi con la violenza di Marco Antonio, cionondimeno, sarei stata l'ultima persona da scegliere per ottenere questa pace. Io giammai ho ritenuto si dovessero inviare legati; io, prima del ritorno di questi, ho osato affermare che la pace, se l'avessero ottenuta, sarebbe stata da ripudiare, poichè sotto il nome di pace si celava la guerra: io sono stato il primo tra i presaghi; io ho sempre definito nemico quello che altri chiamavano avversario; sempre ho appellato ciò guerra, mentre secondo altri era tumulto. Nè ero il solo, in Senato, a dichiararlo: sempre nel medesimo modo ho agito, nei confronti del popolo; nè soltanto contro di lui in persona mi sono scagliato, ma anche all'indirizzo dei suoi soci, dei servi e dei complici delle sue infamie, e di coloro che con lui sono pappa e ciccia, infine contro l'intera famiglia di Marco Antonio. E dunque, come alcuni illusi cittadini, essendo stata loro offerta la speranza di pace, si congratulavano tra sè, lieti e festanti, quasi avessero trionfato, così mi rifiutavano come animato da sentimenti d'ostilità, e di me si rammaricavano.
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