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Giustino: La peste di Atene


Eo vero Athenae magna calamitate affectae sunt. Cum enim Lacedaemonii in Atticam irruissent, agrestium magna multitudo in urbem confugerunt, atque eodem tempore gravis pestilenti aorta est. Statim in cives omnium ordinum morbus et contagio saevit. Nec pauperes magis quam divites, nec viri magis quam feminae peste iactati sunt. Intra paucos dies multa milia civium interempti sunt. In tota urbe luctus erat et ingens fletus et gemitus. In animalia quoue incidit morbus. Viae ac porticus ubi homines et animalia iacebant proiecta speciem praebebant horribilem. Preces et vota irrita fuerunt, neque medicorum scientia ullum dolorum levamen afferebat.

Traduzione

Quella primavera Atene fu colpita da una grave sciagura. Infatti, quando gli Spartani fecero irruzione nell’Attica, una grande moltitudine di abitanti delle campagne si rifugiò in città, e nello stesso tempo sorse una grave pestilenza. Subito il male e il contagio infierirono sui cittadini di tutte le classi sociali. Né i poveri più che i ricchi, né i maschi più che le femmine furono colpiti. Entro pochi giorni migliaia  di cittadini furono sterminati. In tutta la città vi era lutto e gran pianto e gemiti. La malattia si abbettè anche sugli animali. Le vie e i portici, dove uomini e animali giacevano abbandonati, vie e i portici, dove uomini e animali giacevano abbandonati, offrivano un orribile spettacolo. Preghiere e voti furono inutili, né la scienza dei medici portava alcun sollievo ai dolori.


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