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La felicità non stà nelle ricchezze









Ille Solon qui sapientissimus ominum Graecorum aestimabatur olim Croeso Lydiae ditissimo regi dixerat felicem vere dici posse eum tantum qui ad vitae exitum beatus pervenisset. Postea cum Cyrus Persarum rex Croesum cepisset et in rogum imposuisset ut ille vivus cremaretur audivit Lydiae regem inter gemitus Solonem nominantem. Interrogatus quis esset Solon Croesus: <>. Tunc Cyrus pyram iam incensam exstingui iussit quod cognovisset se quoque mortalem esse et Croesum opibus inferiorem non fuisse at sapientem esse.






Traduzione





Quel Solone, che era considerato il più sapiente di tutti gli uomini greci, una volta aveva detto a Creso, re assai ricco della Lidia, di poter veramente essere considerato felice quanto lui, perchè era giunto beato alla fine della vita.Dopo, avendo Ciro, re dei Persiani, preso Creso e avvendolo condannato al rogo affinchè quello fosse bruciato vivo, udì che il re della Lidia tra i gemiti chiamava Solone. Interrogato su chi fosse Solone, Creso " è - disse - il più sapiente tra gli Ateniesi, che disprezzò sempre le mie grandi ricchezze, sostenendo che nessun uomo può essere considerato felice se non giunge felicemente alla fine della vita. Ciò vale per tutti quelli che si considerano assai felici per i loro beni". Allora Ciro ordinò che la pira che era accesa fosse spenta, perchè aveva capito che lui stesso era un mortale e che Creso non era inferiore a lui per opere, e che era saggio.







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