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Cicerone: Il creato,opera dell'intelligenza divina

Cum caelum suspeximus caelestiaque contemplati sumus, quid potest esse tam apertum tamque perspicuum quam esse aliquod numen praestantissimae mentis, quo haec regantur? Si quis in domum aliquam aut in gymnasium aut in forum venerit, cum videat omnium rerum rationem, modum, disciplinam, non possit ea sine causa fieri iudicare, sed esse aliquem qui praesit et cui pareatur. Multo magis in tantis motionibus tantisque vicissitudinibus, tam multarum rerum atque tantarum ordinibus, statuat necesse est ab aliqua mente tantos naturae motus gubernari. "Si enim" inquit Chrysippus "est aliquid in rerum natura, quod potestas humana efficere mon possit, certe id quod illus efficit, est homine melius; atqui res caelestes ab homine confici non possunt; est igitur id, a quo illa conficiuntur, homine melius". Id autem quid potius dixeris quam Deum?

Traduzione


Quando innalziamo lo sguardo al cielo e contempliamo le cose celesti, cosa può essere tanto palese e tanto manifesto quanto il fatto che essiste qualche divinità dall'intelligenza assai straordinaria, dalla quale le cose sono regolate? Se qualcuno venisse in qualche casa o in una palestra o nel foro, vedendo l'organizzazione, la giusta misura e la norma di condotta di tutte le cose, non potrebbe concludere che quelle cose sono fatte senza un motivo fondato, ma che esiste qualcuno che sovrasta e a cui si è sottoposti. Molto di più è inevitabile che si decida che, in così grandi movimenti, in così grandi mutamenti, nelle regolarità di cose tanto importanti e numerose, i così grandi moti della natura siano governati da una qualche intelligenza. Disse Crisippo: "Se infatti c'è qualcosa nella natura, che la potenza umana non può fare, certamente ciò che ha fatto quello, è migliore dell'uomo; eppure le cose celesti non possono essere fatte dall'uomo, pertanto quest'essere, da cui sono state fatte, è migliore dell'uomo". Ma quest'essere come lo chiameresti, se non Dio?

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