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Cicerone: Non temo la morte









Ego vero immortalitatem contra rem publicam accipiendam putarem, neque emori cum pernicie rei publicae vellem. Si tum illorum impiorum manu concidissem, res publica praesidium salutis suae perdidisset. Quin etiam, si me vis aliqua morbi consumpsisset, auxilia posteritatis essent immunita, quod peremtum esset mea morte id exemplum, qualis in me consule retinendo fuisse senatus populusque Romanus. An, si umquam in me vitae cupiditas fuisset, ego mense Decembri mei consulatus omnium parricidarum tela contra me commovissem?






Traduzione





Io veramente non avrei pensato di ricevere l'immortalità (andando) contro il mio paese, né avrei mai accettato di morire con la rovina del mio paese. Se fossi caduto allora, per mano di quegli scellerati, il paese avrebbe perduto una difesa della sua integrità. Che anzi, se mi avesse fatto morire qualche attacco di malattia, sarebbero venuti a mancare anche gli aiuti di altri, dopo di me, perché con la mia morte si sarebbe perduto l'esempio di come si era comportato il senato e il popolo romano per conservarmi console. Forse che, se ci fosse mai stato in me desiderio di vivere, io nel mese di dicembre del mio consolato, avrei fatto levare contro di me le armi di tutti quei delinquenti?







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