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Cicerone: Il programma di governo del console Cicerone









Ego quidem kalendis Ianuariis acceperim rempublicam, Quirites, intellego, plenam sollicitudinis, plenam timoris, in qua nihil erat mali, nihil adversi, quod boni non metuerant, improbi non exspecterant. Quae cum ego non solum suspicarer, sed plane cernerem, dixi in senatu me popularem consulem futurum. Quid enim est tam populare quam pax? qua non modo ii quibus natura sensum dedit, sed etiam tecta atque agri mihi laetari videntur. Quid tam populare quam libertatis? quam non solum ab hominibus, verum etiam a bestiis expeti atque omnibus rebus anteponi videtis. Quid tam populare quam otium? quod ita iucundum est ut et vos et maiores vestri et fortissimus quisque vir maximos labores suscipiendos putet ut aliquando in otio esse possit. Quin etiam maioribus nostris praecipuam laudem debemus quod eorum labore est factum ut impune in otio esse possemus. Itaque qui modo possum non esse popularis, cum videam haec omnia, Quirites, pacem externam, libertatem, otium domesticum, denique omnia, quae vobis cara sunt, in fidem et in patrocinium mei consulatus esse collata?






Traduzione





Io capisco, o Quiriti, quale Stato io abbia preso in mano il primo gennaio, pieno di affanni, pieno di paura, nel quale con c'era nessun male, nessun'avversione che glio onesti non temessero e i disonesti non aspettassero. Ed io, non solo sospettanto queste cose, ma vedendole chiaramente, ho detto in senato che sarei stato console del popolo. E infatti cosa c'è di tanto popolare quanto la pace? E mi sembra che non solo quelli ai quali la natura ha dato la percezione, ma anche tetti e campi si rallegrino di questa. Che c'è di tanto popolare quanto la libertà? E vedete che essa e ricercata non solo dagli uomini, ma anche dalle bestia e che è anteposta a tutte le altre cose. Che c'è di tanto popolare che la tranquillità? Ed essa è così allegra che sia voi che i vostri antenati e tutti gli uomini più forti pensano che bisogna sobbarcarsi le fatiche più grandi affinché una buona volta si possa stare in tranquillità. Che anzi dobbiamo una lode precipua ai nostri antenati perché grazie alla loro fatica è avvenuto che noi possiamo stare tranquillamente in pace. Pertanto come posso non essere dalla parte del popolo, vedendo che tutte queste cose, Quiriti, e cioè la pace esterna, la libertà, la tranquillità interna e infine tutte le cose che vi sono care, sono state portate in garanzia e tutela del mio consolato?








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