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Cesare: Cesare chiede un incontro con Pompeo








Pompeius his rebus cognitis quae erant ad Corfinium gestae Luceria  proficiscitur Canusium atque inde Brundisium. Copias undique omnes ex novis dilectibus ad se cogi iubet; servos pastores armat  atque eis equos attribuit; ex his circiter CCC equites conficit. L. Manlius praetor Alba cum cohortibus sex profugit Rutilius  Lupus praetor Tarracina cum tribus; quae procul equitatum Caesaris conspicatae cui praeerat Vibius Curius relicto praetore  signa ad Curium transferunt atque ad eum transeunt. Item reliquis itineribus nonnullae cohortes in agmen Caesaris aliae in  equites incidunt. Reducitur ad eum deprensus ex itinere N. Magius Cremona praefectus fabrum Cn. Pompei. Quem Caesar ad eum  remittit cum mandatis: quoniam ad id tempus facultas colloquendi non fuerit atque ipse Brundisium sit venturus interesse rei  publicae et communis salutis se cum Pompeio colloqui; neque vero idem profici longo itineris spatio cum per alios condiciones  ferantur ac si coram de omnibus condicionibus disceptetur.






Traduzione





Pompeo, venuto a conoscenza dei fatti accaduti a Corfinio, da Lucera va a Canosa e poi a Brindisi. Ordina di  raccogliere da ogni parte presso di sé tutte le truppe formate dai nuovi coscritti; arma servi e pastori; fornisce loro  cavalli; con essi mette insieme circa trecento cavalieri. Il pretore L. Manlio fugge via da Alba con sei coorti, il pretore  Rutilio Lupo con tre da Terracina; quando queste vedono da lontano la cavalleria di Cesare, comandata da Vibio Curio,  abbandonato il pretore, portano le insegne dalla parte di Curio e passano sotto il suo comando. Parimenti nelle tappe  successive, alcune coorti si imbattono nell'esercito di Cesare, altre nella sua cavalleria. N. Magio, di Cremona, comandante  del genio dell'esercito di Pompeo, fatto prigioniero durante la marcia, viene condotto al cospetto di Cesare. Egli lo rimanda  da Pompeo con queste proposte: poiché fino a quel momento non era stato possibile un colloquio ed egli stesso sarebbe arrivato  a Brindisi, è nell'interesse dello stato e per la salvezza di tutti che egli incontri Pompeo; invero, quando, costretti da  grande distanza, si conducono negoziati tramite altre persone, le cose procedono ben diversamente da quando la discussione  avviene direttamente.










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