Dicono, difatti, che l'anima dell'uomo è immortale, e che in un primo momento essa pare venir meno (cosa che essi definiscono 'morire'), ma in un secondo tempo nasce nuovamente, tuttavia giammai perisce definitivamente; pertanto è necessario vivere una vita quanto più rispettosa delle leggi divine. Dunque, giacchè l'anima è immortale, essendo essa rinata sovente ed avendo conosciuto tanto la situazione terrena quanto quella dell'Ade, ed in generale ogni cosa, non è possibile che tutto ciò non l'abbia anche appreso; sicchè non è per nulla straordinario che essa sia abile a rammentare, riguardo alla virtù e alle altre questioni, cose che conobbe anche in precedenza. Difatti, giacchè simile è l'intero ordine naturale degli eventi, ed avendo l'anima appreso ogni nozione, nulla impedisce, rammentandosi di una cosa soltanto (cosa che gli uomini definiscono 'apprendimento') , che un uomo trovi tutto il resto, qualora sia tenace e non cessi di cercare; difatti il ricercare e l'apprendere nell'insieme sono reminescenze.