Sull'unità di azione nel poema epico
Versione greco tradotta di AristoteleΠερί της διηγηματικης καί εμμέτρου μιμητικης οτι δει τούς μύθους καθάπερ εν ταις….
Traduzione
Riguardo alla mimesi narrativa e in versi é manifesto che bisogna che i miti, come nelle tragedie, siano composti in forma drammatica e vertano intorno a un'azione unica, intera e compiuta, avente un inizio, un mezzo e una fine, affinché, come un organismo vivente, nella sua unità e nella sua giusta misura, produca quel diletto che è suo proprio; e le composizioni dei miti non debbono essere simili a quelle della storia, nelle quali è necessario si faccia l'esposizione non di un'azione sola, ma di quelle avvenute in una sola epoca, quante accaddero in essa riguardo a uno o più personaggi, ciascuna delle quali azioni ha relazione con l'altra così come capita. Come infatti circa nello stesso periodo di tempo avvennero la battaglia navale di Salamina e la sconfitta dei cartaginesi in Sicilia, che non miravano punto scopo, così anche in un'immediata continuità di tempi talvolta avviene che di due fatti uno segua all'altro senza che da essi si miri affatto a uno stesso Fine. E a un dipresso la maggior parte dei poeti fanno questo. Perciò anche sotto tale rispetto Omero ci potrebbe apparire divino di fronte agli altri poeti, per non essersi egli accinto a narrare tutta la guerra di Troia, benché questa avesse un principio e una fine (troppo grande infatti sarebbe stato il racconto e non facile ad abbracciarsi d'un solo sguardo), ovvero, anche se ridotto nella sua ampiezza, sarebbe stato pur sempre complesso per la sua varietà. Ora invece, avendone egli presa una parte sola, si vale di molti episodi delle altre parti; per esempio egli diversifica il racconto del poema con il catalogo delle navi e con altri episodi.
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