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Virtù e saggezza

Versione greco tradotta di Aristotele
 


Τινές ϕασιν πάσας τάς αρετάς ϕρονήσεις ειναι καί Σωκράτης τε μέν ορθως εζήτει….

Traduzione

Alcuni dicono che tutte le virtù si identificano con la saggezza, e Socrate da un lato indagava ciò rettamente, dall'altro errava: infatti in quanto riteneva che tutte le virtù siano saggezza sbagliava; ma in quanto diceva che non sono senza saggezza, parlava bene. E un segno è questo: infatti anche oggi tutti, quando definiscono la virtù, vi aggiungono il concetto dell'abito, dicendo pure rispetto a che cosa esso sia un abito, cioè un abito secondo la retta ragione: e retta è quella che è secondo saggezza. Sembra che tutti indovinino a un dipresso che la virtù è un tale abito che sia secondo la saggezza. Bisogna però procedere un poco oltre: già che la virtù è un abito non solo secondo la retta ragione, ma congiunto con la retta ragione. E la retta ragione in cosa siffatte non è altro che la saggezza. Socrate dunque riteneva che le virtù non siano che ragione ( giacché diceva che sono tutte scienze), noi invece diciamo che sono con la ragione. Dunque in base alle cose dette è evidente che è impossibile essere veramente buono senza saggezza né essere saggio senza la virtù etica. Ma in questo modo si potrebbe anche risolvere il ragionamento in base al quale qualcuno sostenesse che le virtù sono separate l'una dall'altra; Infatti il medesimo uomo non è per natura dotato in sommo grado rispetto a tutte le virtù sì, cosicché una l'avrà già acquistata, l'altra non ancora. Ciò é ammissibile rispetto alle virtù naturali, ma non è ammissibile quanto a quelle per cui uno è chiamato assolutamente buono; infatti insieme con la saggezza, che è una sola, vi saranno tutte le altre. Ed è evidente che, anche se la saggezza non fosse pratica se ne avrebbe bisogno, perché essa è virtù dvuna parte dell'anima razionale, e che il proponimento non sarà retto senza saggezza né senza virtù: l'una infatti ci mostra il fine, l'altra ci fa compiere ciò che conduce al fine.
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