Ου νομοθετήσοντες πάρεσμεν εις τόν βίον αλλά πεισόμενοι τοις διατεταγμενοις υπό των…..
Traduzione
Non per dettare leggi siamo stati messi nella vita, bensì per obbedire a quelle stabilite dagli dei che reggono il mondo e alle norme del destino e della provvidenza? E che? Quanti piangono i loro cari defunti piangono in grazia a se stessi o in grazia ai trapassati? Se in grazia a se stessi, pensando che sono rimasti privi del piacere o del vantaggio che traevano dai morti o della speranza di essere nutriti da loro in vecchiaia, egoistico è il preteso del dolore. Infatti sembrerà che essi non sentano il desiderio dei loro cari, ma soltanto dei vantaggi che ne ricavavano. Se invece piangono per i morti stessi, considerando che questi non soffrono alcuna sventura si libereranno del dolore, in omaggio all’antico e saggio detto che consiglia di accrescere i beni più che sia possibile, di sminuire e di ridurre i mali. Se dunque il dolore è un bene, conviene renderlo maggiore e più grande che sia possibile, se invece, com’è realmente vero, riconosciamo che esso è un male, bisogna contrarlo e rimpicciolirlo al massimo e cancellarlo per quanto è a noi dato.