Tradizioni varie sulla morte di Aristide
Versione greco tradotta di Plutarco
Τελευτησαι Αριστείδην οι μεν εν Πόντω ϕασίν εκπλεύσαντα πράξεων ενεκα δημοσίων….
Traduzione
Alcuni dicono che Aristide sia morto nel Ponto, essendosi egli recato la per affari pubblici, altri invece che sia morto di vecchiaia ad Atene, onorato e ammirato dai suoi concittadini. Cratero il Macedone riferì a un dipresso tali cose sulla fine di quell’uomo. Dice dunque che, dopo l’esilio di Temistocle, per l’insolenza del popolo venne su una quantità di sicofanti, i quali, perseguitando gli uomini più insigni e più potenti, li esponevano all’invidia della folla inebriata dalla propria prosperità e potenza. Fra costoro anche Aristide sarebbe stato condannato per concussione, dietro accusa di Diofanto di Anfitrope, come se egli, quando si distribuivano i tributi, avesse ricevuto denaro dagli Ioni: e non avendo egli il mezzo per pagare la multa, che era di cinquanta mine, se ne sarebbe andato per mare e sarebbe morto nella Ionia. Di queste cose Cratero non addusse nessuna prova scritta, né condanna né decreto, sebbene sia solito riportare in abbondanza siffatti documenti e citare le testimonianze. Invece tutti gli altri, per così dire, quanti passano in rassegna le ingiustizie commesse dal popolo contro i loro generali, riferiscono bensì l’esilio di Temistocle e la prigionia di Milziade e la multa inflitta a Pericle e la morte di Pachete, il quale si tolse la vita in tribunale durante il processo, vedendo ormai che era condannato, e molte altre tradizioni simili raccolgono e diffondono, invece quanto ad Aristide ricordano bensì l’ostracismo, ma non menzionano punto una siffatta condanna. Inoltre a Falero si va vedere anche la sua tomba e dicono gliel’abbia eretta in città, non avendo egli lasciato nemmeno il necessario per il funerale.