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Scipione Emiliano e le cacce in Macedonia

Versione greco tradotta di Polibio

 


Λοιπου οντοϛ του κατά τήν ανδρειαν μέρουϛ καί κυριωτάτου σχεδόν πάση μέν πολιτεία….

Traduzione

Rimanendo a trattare la parte che riguarda la fortezza ed essendo essa la più importante quasi in ogni costituzione e soprattutto a Roma, occorreva che grandissimo fosse anche l’esercizio relativo a tale dote. Un bell’aiuto dunque per questo disegno venne a Scipione anche in grazia alla fortuna. Infatti, poiché in Macedonia gli addetti al re si interessavano vivamente di caccia e i Macedoni lasciavano a disposizioni i luoghi più adatti per la raccolta delle fiere, accadde che tali luoghi furono custoditi diligentemente, come anche in passato, per tutto il tempo della guerra, ma non vennero mai battuti dai cacciatori per quei quattro anni a cagione delle cure prodotte dalla guerra; per la qual cosa anche quei luoghi si presentavano pieni di animali di ogni specie. Quando poi la guerra ebbe la sua soluzione, immaginando si presentasse ai giovani bellissimo l’esercizio e il diletto riguardante la caccia, mise a disposizione di Scipione i cacciatori reali e affidò a lui tuta la cura concernente le cacce. Il predetto, dedicatosi ad esse e ritenendo quasi di essere un re, di questa cosa si occupò per tutto il periodo di tempo che l’esercito rimase accampato in Macedonia dopo la battaglia.
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