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Platone: Perché diversa fu la sorte di Alcesti, di Orfeo e di Achille

Perché diversa fu la sorte di Alcesti, di Orfeo e di Achille

Versione greco tradotta di Platone

 


΄Υπεραποθησκειν μόνοι εθελουσιν οι ερωντεϛ ου μόνον οτι ανδρεϛ αλλά καί…..

Traduzione

Unicamente coloro che vogliono bene sono disposti a morire per altri, non dico dolo gli uomini, ,a anche le donne. E di ciò pure Alcesti, figlia di Pelia, offre ai Greci testimonianza sufficiente a sostegno di quest’affermazione, essa sola avendo voluto morire per il proprio marito, pur avendo egli il padre e la madre: ma essa tanto li superò in affetto, in grazia alla sua passione, da far sembrare che quelli fossero estranei al figlio e congiunti con lui soltanto di nome. E fatto ciò, non solo gli uomini, ma anche agli dei parve avesse agito così nobilmente che, sebbene molti abbiano compiuto molte belle azioni, gli dei a pochissimi concessero questo onore, di far tornare di nuovo dall’Ade la loro anima, ma l’anima di lei fecero ritornare, presi d’ammirazione per il suo atto: a tal punto che gli onorano soprattutto lo zelo proveniente dall’amore e la virtù. Invece Orfeo, figlio di Eagro, lo rimandarono dall’Ade senza aver ottenuto nulla, avendogli mostrato solo una parvenza della donna per la quale era disceso, ma lei stessa non gliela diedero, perché sembrava fosse molle d’animo, come quegli che era citaredo, e non osasse morire in grazia dell’amore come Alcesti, ma escogitasse un mezzo per discendere vivo nell’Ade. E quindi per questo inflissero a lui una pena e fecero sì che la sua morte avvenisse per opera di donne; per contro onorarono Achille, figlio di Tetide, e lo mandarono alle isole dei beati perché, avendo egli saputo dalla madre che sarebbe morto qualora avesse ucciso Ettore, se invece non l’avesse ucciso, sarebbe tornato in patria e sarebbe morto di vecchiaia, ebbe il coraggio di preferire, aiutando l’amato Patroclo e vendicandolo, non solo di morire per lui, ma perfino di morire dopo di lui già morto; donde appunto gli dei, ammirandolo oltremodo, lo onorarono in maniera straordinaria, perché aveva tenuto in sì gran conto la persona amata.
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