Άλλά μήν ων γ αν ο ρήτωρ υπευθυνοϛ ειη πασον εξέτασιν λαμβάνετε ου παραιτουμαι….
Traduzione
Orbene, istituite una piena indagine sui fatti dei quali l’oratore sarebbe tenuto a rendere ragione: io non mi rifiuto. Quali sono dunque questi fatti? Vedere le cose al loro inizio e accorgersene prima e predirle agli altri: ciò è stato fatto da me; inoltre la lentezza che si verifica dappertutto, gli ondeggiamenti, le inesperienze, le competizioni, errori politici e inevitabili per ogni città, il ridurre tutto ciò al minimo possibile e al contrario il destare l’impulso alla concordia, all’amicizia, al compiere ciò che occorre, anche tutto questo è stato fatto da me e nessuno mai potrebbe trovare che, per quanto stava in me, alcunché sia stato trascurato. Se pertanto qualcuno domandasse a chiunque con quali mezzi Filippo abbia retto la maggior parte di ciò che conseguito, tutti risponderebbero: con l’esercito o con il donare e con il corrompere i nostri pubblici magistrati; io invece non ero né padrone né condottiero degli eserciti, cosicché non riguarda punto me il discorso intorno alle cose fatte in questo campo. Eppure io, non lasciandomi corrompere con il denaro, ho vinto Filippo. Infatti, come chi compra è solito vincere colui che riceve, se compra, allo stesso modo colui che non riceve e non si lascia corrompere vince chi compra; cosicché la città per parte mia è rimasta insuperabile.