Crizia biasima Archiloco, perché egli stesso parlo di sé molto male. Infatti, dice, se egli stesso non avesse diffuso tra i Greci tale fama di sé, noi non avremmo mai saputo ch’egli era figlio della serva Enipo, né che egli, lasciata Paro per la povertà e per mancanza di mezzi, venne a Taso, né che giunto là si attirò l’odio degli abitanti di quel luogo, né che disse ugualmente male degli amici e dei nemici. Oltre a ciò – dice – noi non sapremmo ch’egli era adultero se non ce lo avesse dichiarato egli stesso, e neppure che fu tracotante e - ciò che è più turpe di tutto il resto – che gettò via lo scudo. Dunque Archiloco non fu un buon testimone per se medesimo, egli che lasciò tale onore e tale fama a se stesso. Di tale colpe io non accuso Archiloco, bensì Crezia.