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La vita dei grandi uomini tra gli inferi


Versione greco tradotta di Luciano

 


Οί τους πολυτελείς τουτος καί ύψηλούς τάϕους……

Traduzione

Costoro che sulla terra hanno queste lussuose e alte tombe e stele funebri e immagini e iscrizioni presso gli inferi non sono punto più stimati dei defunti privati. Se dunque tu avessi visto lo stesso Mausoleo – io dico quello della Caria , colui che è tanto rinomato per il suo sepolcro -, ben so che non avresti cessato di ridere, tanto tapino era andato a cacciarsi in un angolo, di nascosto, in mezzo alla rimanente turba dei morti, e soltanto questo vantaggio, a parer mio, traeva dal suo monumento sepolcrale: che avendo sopra di sé tale peso, ne era più aggravato. Ed era lecito vedere anche parecchi altri che mendicavano nei viottoli, dico i Sersi, i Darii e i Policrati. E Socrate si aggira anche colà confutando tutti; e si trovano con lui Palamede e Ulisse e Nestore e se vi è qualche altro morto ciarliero; egli però aveva ancora le gambe gonfie e passeggiava dopo aver bevuto il veleno. E l’ottimo Diogene dimora accanto all’assiro Sardanapalo e a Mida frigio e ad alcuni altri dei ricchi: e intendendoli gemere e riandare la loro antica sorte, ride e si diletta e per lo più giacendo supino canta con voce molto aspra e sonora, soffocando i loro lamenti, cosicché quegli uomini ne sono crucciati e meditano di cambiar sede, non potendo più sopportare Diogene.
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