Quale condotta di vita è più pregiata presso gli Ateniesi
Versione greco tradotta di Luciano
‘H άρχή των λόγον έπαινος ην Eλλαδος καί………
Traduzione
Il principio dei nostri discorsi fu l’elogio della Grecia e degli uomini che vivono ad Atene, perché sono allevati nella filosofia e nella povertà e non si compiacciono di vedere alcuno né dei cittadini né degli stranieri che si sforzi d’introdurre il lusso fra loro; ma se anche qualcuno giunga presso di loro così disposto, lo trasformano dolcemente e lo ammaestrano in altro modo e lo rivolgono alla purezza della vita. L’amico dunque ricordava uno fra gli straricchi, il quale giunto ad Atene assai vistoso e accompagnato da un codazzo di servi e con veste variopinta e con oro, riteneva di riuscire invidiabile a tutti gli Ateniesi e di essere osservato come felice: a quelli invece l’omiciattolo appariva essere un disgraziato. E si accinsero ad ammaestrarlo, non duramente però né vietandogli senza riguardi di vivere nel modo che voleva in una città libera. Cosicché egli a poco a poco rinsavì e ammaestrato pubblicamente se ne ritornò in patria molto migliore. E per dimostrare che non si vergognano di confessare la povertà, mi ricordava una voce che diceva d’aver inteso lanciata da tutti in comune durante le feste Panatanee: infatti era stato arrestato e condotto dal giudice dei giochi un cittadino perché assisteva alla festa in abito variopinto: e quelli vedendolo ne ebbero pietà e intercedevano per lui, e poiché l’araldo gridava che quel tale aveva agito contro la legge assistendo allo spettacolo in tale foggia, tutti si misero a gridare a una sola voce, come preparati, di concedergli perdono s’egli era così vestito: giacché non aveva altro abito. Tali cose lodava, e per di più la libertà che ivi si gode e il tenore di vita scevro d’invidia, la tranquillità e la quiete, che appunto presso di loro sono ben copiosi.