‘Eστι δέ ή ύπερηϕανία καταϕρόνησίς τις πλήν αύτου τϖν άλλων…..
Traduzione
La superbia è una sorta di disprezzo degli altri eccetto che di se stesso è il superbo un tale che a chi ha fretta dice di venirgli incontro dopo il pranzo durante il passeggio. Se ha fatto dei benefizi, se ne ricorda. Fra coloro che si sono affidati a lui pronuncia sentenza come arbitro mentre passeggia per via. Eletto a cariche pubbliche, le rifiuta dicendo che non ha tempo. A nessuno vuol presentarsi per primo. A coloro che vogliono vendergli qualcosa o hanno preso in affitto da lui è capace di ordinare che vengano da lui sul far del giorno. Camminando per via non discorre con coloro che incontra, ma tiene il capo basso oppure, quando gli piaccia, lo alza verso il cielo. Invitando a pranzo gli amici, egli stesso non partecipa al banchetto, ma comanda a uno dei suoi sottoposti di curarsi di loro. Quando va a fare una visita, manda innanzi uno ad avvertire che sta giungendo. E certamente, quando fa i conti con qualcuno, ordina al servo di disporre le pietruzze, di fare la somma e di scrivergliela nel registro. Inviando lettere, non scrive “ mi faresti un piacere “ ma “ voglio che sia così “ e “ ho mandato da te a prendere “ e “ non sia altrimenti “ e “ al più presto possibile “.