Il simulatore - Versione greco tradotta di Teofrasto
Ή είρωνεία δόξειεν άν ειναι προσποίησις επί χειρον πραξεων καί λόϒων……
Traduzione
La simulazione parrebbe essere una deformazione in peggio di atti e di discorsi, e il simulatore press’a poco un tale che, accostandosi ai suoi nemici, acconsente a parlare con loro come se non li odiasse; loda di presenza coloro a cui nascostamente ha teso insidie e si conduole con loro quando è toccata loro una disgrazia; e usa indulgenza per coloro che parlano male di lui e per le cose dette contro di lui. Discorre placidamente con coloro che hanno ricevuto un torto e che sono sdegnati; e a coloro che desiderano conferire in fretta con lui ordina di tornare un’altra volta. Non ammette nulla di ciò che fa, ma dice che vi sta pensando su; finge di essere giunto da poco tempo e dice che gli si è fatto tardi e che non si è sentito bene. A coloro che chiedono denaro a prestito e raccolgono una coletta dice che non ha nulla; se vende, dice di non voler vendere; quando non vuol vendere, dice di voler vendere; avendo udito qualcosa, finge di non aver udito; se ha visto, dice di non aver visto; se ha acconsentito, finge di non ricordarsene. Alcune cose dice di volere esaminare, altre di non saperle; di altre dice di meravigliarsi; su altre dice che anch’egli aveva pensato così. Insomma è capace di usare parole di tal fatta: “ non ci credo “; “non capisco bene “, “ rimango di stucco “; “ tu mostri ch’egli è diventato un altro, eppure con me egli non parlava in questo modo “; “ per me la cosa è strana “, “ va a raccontarlo a un altro “; “ non so se negar fede a te o giudicare male di lui”; “ ma tu bada se non presti fiducia troppo presto “.