Quando Adrasto e Polinice marciarono contro Tebe e furono sconfitti in battaglia, i Cadmei non permisero che si desse sepoltura ai cadaveri. Allora gli Ateniesi ritennero che quelli, se pure avevano commesso qualche colpa, morendo avessero subìto già il più grave castigo, ma gli dei sotterranei non ricevessero i dovuti onori e gli dei celesti venissero offesi essendo contaminati i sacri riti. Perciò in primo luogo mandarono araldi e pregarono quelli che concedessero il seppellimento dei cadaveri, ritenendo essere proprio di uomini valorosi far le vendette sui nemici vivi, ma di coloro che diffidano delle proprie forze ostentare il coraggio sul corpo dei morti. E non potendo ottenere ciò, mossero contro di loro, senza che prima vi fosse stata nessuna divergenza con i Cadmei, né per ingraziarsi i superstiti argivi, ma siccome stimavano giusto che i caduti in battaglia ottenessero i dovuti onori, corsero rischio movendo contro gli uni a favore di questi e di quelli; a favore degli uni affinchè in avvenire non offendessero più gravemente gli dei insultando i morti; a favore degli altri affinchè non ritornassero nella propria terra senza aver prima partecipato alle onoranze tradizionali e privi del rito ellenico e delusi nella speranza a tutti comune. Con tale convincimento, benchè giudicassero che le sorti della guerra sono comuni a tutti gli uomini e si procacciassero molti nemici, avendo come alleata la giustizia combatterono vittoriosamente.