Se io non sapessi, o senatori, che i miei accusatori vogliono in ogni maniera farmi del male, sarei loro molto grato per quest’accusa; ritengo infatti che per quanti sono ingiustamente malvisti divengano causa dei maggiori beni coloro che li costringono a dare conto degli atti della loro vita. Io infatti nutro tanta fiducia in me stesso da sperare che, anche se qualcuno si trova di fronte a me in una disposizione d’animo spiacevole o malvagia, dopodichè mi abbia inteso parlare sulle mie azioni, si pentirà e in avvenire mi stimerà di gran lunga migliore. Ma io ritengo, o senatori, che se vi mostrerò soltanto questo, che sono benevolo riguardo all’attuale ordinamento dello stato e che mi sono visto costretto a partecipare agli stessi vostri pericoli, non otterrò ancora alcun vantaggio; se invece apparirà che anche riguardo al resto io sono vissuto lodevolmente e in maniera molto contraria all’opinione e ai discorsi dei miei nemici, vi prego di approvare me e di stimare che costoro siano peggiori di me.