Io mi meraviglio dei cosiddetti sofisti, perché la maggior parte di essi dicono di guidare i giovani alla virtù, mentre invece li menano alla via opposta: infatti in nessun luogo abbiamo visto una sola persona che questi nostri sofisti abbiano reso valente, né essi forniscono libri in grazia ai quali gli uomini possano diventare migliori, ma da loro molte cose sono state scritte su argomenti vani, per cui ai giovani sono dati i piaceri frivoli, ma non la virtù; e del resto procurano ritardo a quanti invano sperano d’imparare qualcosa da essi e li distolgono da altre cose che sarebbero utili e insegnano loro cose cattive. Perciò io rimprovero più aspramente ai sofisti le colpe maggiori; che nei loro scritti le parole siano ricercate, ma in nessun luogo si trovino le massime sane con le quali i giovani sarebbero educati alla virtù. Io sono un uomo come gli altri, ma so pure che è ottima cosa imparare il bene dalla propria natura, in secondo luogo da quanti sanno effettivamente che cosa è il bene anziché da quanti fanno professione dell’arte d’ingannare. Forse dunque io non parlo con termini eleganti: giacchè nemmeno aspiro a questo; ma io aspiro a dire le cose da me ben conosciute delle quali le persone rettamente educate hanno bisogno per apprendere la virtù: infatti non le parole potrebbero educare, bensì le massime, se fossero sane. I sofisti invece parlano per ingannare, scrivono per il proprio guadagno e non giovano in nulla a nessuno.